di Andrea Sicco, comunicazione di ANCE Novara Vercelli
A seguito dei recenti tagli annunciati alla manutenzione della rete viaria provinciale, ANCE Novara Vercelli ha espresso forte preoccupazione. Ne parliamo con il vicepresidente, Francesco Sogno Fortuna, titolare di un’impresa impegnata anche nel settore stradale.
Qual è la situazione attuale e cosa prevede il provvedimento contestato?
Il quadro è estremamente preoccupante. La Legge di Bilancio e il decreto Milleproroghe hanno previsto, tra il 2025 e il 2029, una riduzione di 1,7 miliardi di euro a livello nazionale sulle risorse destinate alla manutenzione straordinaria delle strade provinciali. Il Piemonte è tra le regioni più colpite: subirà tagli per oltre 54 milioni di euro tra il 2025 e il 2028, pari al 48% delle risorse inizialmente previste. Solo nel biennio 2025–2026, la riduzione sfiora il 70%.
Che impatto avranno questi tagli sulle province di Novara e Vercelli?
Per le province di Novara, Vercelli e le altre realtà piemontesi simili, i tagli previsti nel biennio 2025–2026 vanno da 1,7 a 2,4 milioni di euro, e arrivano a superare i 4 milioni su un orizzonte di quattro anni. Parliamo di risorse già assegnate, che dovevano finanziare cantieri urgenti, già progettati e in fase d’appalto. Ora tutto viene messo in discussione, con conseguenze gravi per l’intera filiera.
Oltre al danno economico per le imprese, quali sono le ricadute più preoccupanti?
La questione è duplice: da un lato c’è il blocco di interventi fondamentali per la sicurezza stradale, dall’altro c’è il rischio concreto di un effetto domino sul tessuto economico e sociale. Le nostre imprese operano sul territorio, i lavoratori risiedono nei comuni della zona: se il comparto si ferma, l’intera comunità locale ne subisce le conseguenze. A essere colpita non sarà solo l’edilizia, ma anche la logistica, le filiere produttive e la competitività regionale, soprattutto nelle aree più periferiche.
Le imprese erano pronte a partire?
Certamente. Negli ultimi anni le nostre imprese hanno investito molto per adeguarsi ai nuovi criteri ambientali (CAM), hanno formato il personale e acquistato mezzi e impianti all’avanguardia; è quindi paradossale trovarsi nella condizione di dover rallentare, se non addirittura a fermarsi, per effetto di decisioni politiche difficili da comprendere e in netta contraddizione con gli obiettivi di modernizzazione e messa in sicurezza del sistema infrastrutturale.
Come risponde ANCE Novara Vercelli a questa situazione?
Ci uniamo all’appello dell’UPI e delle altre rappresentanze del sistema ANCE e Confindustria: chiediamo il ripristino immediato delle risorse per il biennio 2025–2026 e l’avvio di un tavolo di confronto urgente con il Ministero delle Infrastrutture. Non è possibile compromettere sicurezza, occupazione e sviluppo locale in nome di tagli lineari privi di visione strategica. Consideriamo inoltre che tagliare la manutenzione ordinaria oggi vuol dire dover affrontare maggiori costi nel prossimo futuro perché le strade nel frattempo subiranno un ulteriore degrado. Anche da un punto di vista prettamente economico è una scelta priva di senso.
Cosa si auspica per il prossimo futuro?
Ci auguriamo che i rappresentanti politici del territorio si facciano carico di questa emergenza e portino la voce delle imprese, dei lavoratori e delle comunità locali ai tavoli nazionali. Questo è il momento di scelte responsabili e lungimiranti che diano il giusto valore alla realizzazione di interventi magari meno eclatanti rispetto ad una grande opera, ma che risultano fondamentali per la vita quotidiana e la sicurezza delle persone.
Ci sono segnali di apertura da parte del Governo?
Sì, proprio in queste ore la nostra presidente nazionale, Federica Brancaccio, ci ha informati che ANCE ha attivato un confronto diretto con i vertici del Governo, i quali avrebbero riconosciuto la criticità della situazione e assicurato l’intenzione di individuare a breve una soluzione concreta. Ci è stato riferito che si stanno valutando nuove risorse per garantire la copertura degli interventi strategici previsti, e naturalmente vigileremo affinché queste rassicurazioni si traducano in atti formali e tempestivi. Resta però fondamentale che il sistema associativo continui a far sentire la propria voce, a livello nazionale e territoriale.