Novara - Luigi Falabrino, ANCE, edili - foto Paolo Migliavacca
di Andrea Sicco, comunicazione di ANCE Novara Vercelli
Presidente, il suo mandato è durato quattro anni e un pezzo. Qual è stata la prima sfida affrontata?
Senz’altro quella organizzativa: abbiamo dato vita al primo vero consiglio congiunto delle due territoriali, Novara e Vercelli. Un passaggio storico, dopo un anno di transizione; è stato un cambio di paradigma, anche nella comunicazione, che fino ad allora era praticamente inesistente.
Quindi il lavoro è partito subito con una forte attenzione verso l’esterno?
Esattamente. Abbiamo costruito una nuova strategia comunicativa, creato il sito, e lavorato per consolidare l’identità dell’associazione. Tutto questo in un momento molto delicato, ancora nel pieno dell’emergenza Covid, con le prime assemblee in remoto e poi, a seguire, l’esplosione del Superbonus.
Proprio sul Superbonus, avete avuto un ruolo attivo nel territorio.
Sì. L’aumento esponenziale di imprese ha portato con sé il rischio di infiltrazioni mafiose. Ci siamo subito attivati con il prefetto di Novara, insieme alle altre associazioni datoriali, per istituire un tavolo di confronto. Volevamo monitorare i rischi legati non solo alla legalità, ma anche agli infortuni, che crescevano di pari passo con il carico di lavoro.
Rapporto con le istituzioni locali e nazionali?
Molto stretto. Abbiamo creato le basi dei rapporti e abbiamo contatti continui con le amministrazioni locali e regionali. Abbiamo ospitato la prima tappa di “La città in scena”, portando sul territorio un importante dibattito sulla rigenerazione urbana. Abbiamo organizzato incontri con politici regionali come Lanzo per discutere la legge sull’urbanistica, partecipato a eventi con il ministro Giorgetti sul Superbonus, e interagito con la SOGIN per i progetti infrastrutturali legati alle centrali di produzione dell’energia a causa dell’aumentato fabbisogno energetico.
E sul tema delle opere pubbliche?
Abbiamo condotto numerosi incontri con i RUP, cercando di promuovere contratti di appalto che pur salvaguardando la concorrenza premiassero la territorialità, a vantaggio delle imprese e dei lavoratori locali; è stato un lavoro di lobbying trasparente e determinato.
E sul residenziale?
Siamo intervenuti per modificare i prezzi di vendita previsti dal borsino immobiliare B.I.N, sia per le nuove abitazioni che per quelle esistenti, adeguandoli proporzionalmente all’aumento del costo dei materiali e della mano d’opera.
Avete lavorato anche su formazione e sicurezza.
Molto, anche se non tutto è andato a buon fine. Avevamo l’ambizione di creare un ente unico per la formazione su tutto il territorio (Novara, Vercelli e Valsesia), ma il progetto è ancora in fase embrionale. Tuttavia, abbiamo organizzato corsi gratuiti, donato materiali antinfortunistici alle imprese, e messo a disposizione dei soci consulenze gratuite con esperti tecnici e legali.
La presenza nelle scuole è un altro tema a lei caro.
Sì, perché oggi il nostro mestiere ha un gran bisogno di manodopera qualificata. Siamo intervenuti in scuole e giornate dedicate ai geometri per mostrare che l’edilizia è un settore di opportunità, non di emergenza. Non sempre ci hanno ascoltato, ma abbiamo piantato dei semi.
Anche il sociale ha avuto spazio?
Certo. Abbiamo sostenuto la Comunità di Sant’Egidio dopo il terremoto in Siria, aiutato le amministrazioni per eventi natalizi, partecipato all’Intermat di Parigi, e finanziato progetti formativi per i detenuti, per facilitarne il reinserimento lavorativo a fine pena.
Cosa prova oggi, nel lasciare la guida dell’associazione?
Un po’ di dispiacere c’è, inutile negarlo. Il tempo è volato: sono stati quattro anni e mezzo intensi, impegnativi e ricchi di soddisfazioni. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno condiviso con me questo percorso. In primo luogo il vicepresidente, mio successore alla guida dell’associazione: con lui ho avuto un rapporto sempre franco, paritario e costruttivo, e a lui — così come al nuovo consiglio — rivolgo i miei più sinceri auguri di buon lavoro, affinché i prossimi anni siano di prestigio e crescita per l’associazione. Un ringraziamento speciale va al nostro direttore, al tesoriere, ai probiviri, ai presidenti degli enti di formazione e sicurezza, ai consiglieri che mi hanno supportato anche nelle convocazioni più serrate, alle commissioni, allo staff di ANCE e ai consulenti esterni, così come ai funzionari di CNVV, sempre disponibili e professionali. Il lavoro è stato corale, fatto con dedizione e passione. Ora è tempo di passare il testimone: non è una fine, ma un naturale avvicendamento. Resto a disposizione dell’associazione e dei colleghi, con l’auspicio che lo spirito associativo continui a crescere, superando ogni barriera territoriale.